Parole, relazioni e partecipazione: SIC! a Como, Parma e Verona
Dai laboratori con le scuole ai percorsi inclusivi di vela, fino al torneo dedicato alla salute mentale: le esperienze dai territori
Negli ultimi giorni, il progetto SIC! Sport, Integrazione, Coesione ha attraversato scuole, campi sportivi e spazi di comunità a Como, Parma e Verona, mostrando come lo sport possa diventare uno strumento concreto per riconoscere le differenze, contrastare le discriminazioni e costruire relazioni. Un filo conduttore lega molte delle attività di questo periodo: il linguaggio. Le parole, infatti, possono ferire, ma anche unire, creare alleanze, aprire spazi di ascolto.
Il 28 ottobre all’Istituto comprensivo Como Rebbio, le classi terze della scuola secondaria hanno partecipato a un incontro organizzato da Uisp Lariano con la psicologa Gaia Forlano e l’insegnante Mario Forlano. Tema centrale: l’uso del linguaggio nello sport e nella vita quotidiana. Il laboratorio è partito da situazioni concrete per analizzare come espressioni ripetute “per scherzo” possano normalizzare razzismo, sessismo, abilismo o il disprezzo verso chi è percepito come diverso. Nella seconda parte dell’incontro, ogni ragazzo e ragazza ha scritto una frase legata a un’esperienza vissuta o osservata, oppure a un gesto di sostegno rivolto a un’altra persona. Ne è emersa una piccola mappa di storie e parole che raccontano molto più di quanto sembri. “Durante una partita hanno preso in giro un mio compagno per il colore della pelle”, scrive uno studente. Un’altra ragazza ricorda: “Non ti preoccupare, sono con te”, detta a un’amica presa di mira. C’è chi scrive: “Ci sarò sempre per te, andiamo avanti insieme”, dopo aver visto un compagno escluso. Altri riportano il dolore di sentirsi dire “non vali niente” dopo un errore in campo. Frasi brevi, ma dense di significato: lo sport è spesso il primo luogo dove si sperimentano la solitudine e il sostegno, l’offesa e la cura. Il laboratorio ha fatto più che parlare di discriminazioni: ha aperto uno spazio di risposta collettiva, mostrando cosa succede quando un gruppo decide di non voltarsi dall’altra parte.
Sul linguaggio sta lavorando anche Uisp Parma, con unacampagna di comunicazione incentrata proprio sulle parole. Attraverso una serie di contenuti diffusi online, il Comitato invita a riflettere su espressioni usate abitualmente, ma spesso cariche di stereotipi o immagini distorte. L’obiettivo non è fornire risposte preconfezionate, ma porre domande: cosa significa etichettare una persona in un certo modo? Quali rappresentazioni trasmettiamo quando parliamo di chi è considerato “fragile” o “speciale”? La campagna si inserisce in un percorso già attivo sul territorio, che aveva avuto un momento chiave nell’iniziativa “Tardini for Special”, realizzata insieme a Parma Calcio allo Stadio Tardini: un’esperienza dove accessibilità e partecipazione delle persone con disabilità sono state poste sullo stesso piano di chi frequenta abitualmente lo stadio. L’iniziativa attuale prosegue in quella direzione: dimostrare che inclusione significa anche cambiare il modo in cui raccontiamo le persone, e che le parole sono parte del cambiamento.
Sempre a Como, Uisp Lariano ha proseguito il lavoro sul fronte delle relazioni, costruendo contesti sportivi accessibili e inclusivi per persone in situazioni di maggiore vulnerabilità. L’11 novembre, nell’ambito dell’iniziativa “Col vento in poppa verso l’autonomia”, un gruppo di partecipanti del Dipartimento di salute mentale e dipendenze, insieme all’ASD Global Sport Lario, è salito in barca a vela sul Lago di Como. Andare a vela vuol dire distribuire ruoli, leggere il vento, decidere insieme: una metafora concreta di partecipazione reale, dove ogni persona può contribuire al risultato comune. Chi era a bordo non era spettatore, ma parte attiva di un’esperienza collettiva, in un ambiente in cui il gruppo sostiene, non giudica. L’attività si collega a esperienze precedenti come “Verso l’autonomia andando allo stadio”, che nei mesi scorsi ha portato persone seguite dai servizi di salute mentale sugli spalti del Como 1907, lavorando sull’autonomia e sulla possibilità di vivere lo stadio come uno spazio proprio, accessibile, condiviso. Nel programma di questi giorni rientra anche un incontro di autodifesa personale rivolto alle donne, nella palestra comunale di Villa Guardia, organizzato con tecnici Uisp, Accademia Judo Como e Gruppo Sportivo Villa Guardia. Un momento essenziale e concreto, con poche nozioni di base e uno spazio di confronto semplice e aperto.
Infine, a Verona, il 10 ottobre, il Centro sportivo Gavagnin ha ospitato una nuova edizione del torneo di calcio a 5 “Mentalmente in campo”, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale. In campo le squadre dei Centri di Salute Mentale dell’Ulss 9 Scaligera, insieme a realtà territoriali, per una giornata di sport che ha coinvolto persone in cura, operatori, educatori, tecnici, volontari e studenti. L’evento, organizzato da Uisp Verona, ha visto la partecipazione dei una delegazione dell’Hellas Verona ed è stata un occasione per promuovere il calcio come veicolo per costruire un tempo condiviso, riconoscibile, lontano dai contesti formali dei servizi. Il torneo si inserisce in un percorso importante per l'Uisp: rendere visibile che la salute mentale è una questione collettiva, che riguarda tutta la comunità, non solo chi è seguito dai servizi.
Il progetto SIC!, attivo in 17 città italiane grazie alla collaborazione tra Uisp, UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e Lega Serie A, con il sostegno del Dipartimento per lo Sport, continua a crescere con attività sportive, percorsi educativi e campagne di comunicazione che nascono dai territori e parlano alle persone. Le esperienze di Como, Parma e Verona dimostrano che lo sport può interrogare il linguaggio, rafforzare i legami tra persone e servizi, e creare spazi dove la partecipazione non è mai scontata, ma si costruisce passo dopo passo, insieme. (Lorenzo Boffa)